LA «MENS» DEL PONTEFICE
SULLA RIFORMA DEI PROCESSI MATRIMONIALI
Due mesi fa, l’8 settembre, sono stati promulgati i due motu propri Mitis iudex dominus Iesus e Mitis et misericors Iesus con cui il Pontefice ha rifondato il processo per la dichiarazione della nullità del matrimonio. A poco più di un mese dalla loro entrata in vigore – il prossimo 8 dicembre – si è tenuto il 4 novembre l’atto accademico di apertura dell’attività dello Studio rotale con la prolusione dell’arcivescovo Angelo Becciu, sostituto della Segreteria di Stato, che è stata pubblicata sull’Osservatore Romano del 5 novembre.
Introducendo l’intervento del sostituto, il decano della Rota romana, monsignor Pio Vito Pinto, ha letto la seguente dichiarazione.
Il Santo Padre, al fine di una definitiva chiarezza nell’applicazione dei documenti pontifici sulla riforma matrimoniale, ha chiesto al decano della Rota romana che venga chiaramente manifestata la mens del supremo legislatore della Chiesa sui due motu proprio promulgati l’8 settembre 2015:
1. Il vescovo diocesano ha il diritto nativo e libero in forza di questa legge pontificia di esercitare personalmente la funzione di giudice e di erigere il suo tribunale diocesano;
2. I vescovi all’interno della provincia ecclesiastica possono liberamente decidere, nel caso non ravvedano la possibilità nell’imminente futuro di costituire il proprio tribunale, di creare un tribunale interdiocesano; rimanendo, a norma di diritto e cioè con licenza della Santa Sede, la capacità che metropoliti di due o più province ecclesiastiche possano convenire nel creare il tribunale interdiocesano sia di prima che di seconda istanza.
Da L’OSSERVATORE ROMANO, domenica 8 novembre 2015, p. 8